Il Pomodoro Fiaschetto di Torre Guaceto

Presidio Slow food da agricoltura biologica

Il pomodoro Fiaschetto rappresenta per la zona di Torre Guaceto una cultivar storica non più coltivata nel corso degli anni per dar spazio a varietà selezionate geneticamente quali il Faino ed altri ibridi, più produttive che però necessitano di maggiori concimazioni, irrigazioni e trattamenti. 
La produzione in passato ha raggiunto livelli molto elevati, si producevano circa 6-7 milioni di piantine fino a 9-10 anni fa. La crescente intensivazione con la monosuccessione e con due cicli colturali all'anno ha favorito l'insediamento di patologie, indebolendo notevolmente la varietà e la coltura. 
Attualmente si assiste ad una lenta ripresa della coltivazione del Fiaschetto, con 100.000 piantine coltivate in 50 ha ca per una produzione di circa 1.500 q.li di pomodoro. La densità di piante è di circa 15.000/ha.
Il pomodoro fiaschetto è da consumo fresco con bacca ovale col pizzo, di colore rosso e colletto verde, buccia sottile, ricca di semi, peso medio di 15-20 grammi. La produzione è in piccoli grappoli con 4/5 pomodori. La polpa è molto saporita e concentrata. Il grado brix è piuttosto alto e può raggiungere valori intorno a 8/9.
La coltivazione a ridosso della zona costiera di Torre Guaceto e l'impiego di acqua salmastra prelevata dai pozzi in superficie, conferiscono al pomodoro il tipico sapore acidulo-salmastro. Dopo la raccolta, il pomodoro veniva fatto maturare su graticci di canne all'ombra per abbassare il suo grado di acidità.
La produzione media per piante è pari a 1,5-2 kg, per un totale di circa 350 q.li/ha.
Il Fiaschetto nelle sue fasi di coltura, ha al suo interno anche aspetti sociali e religiosi che lo rendono ancora più affascinante; infatti il suo trapianto avveniva nel giorno di san Giuseppe, mentre il 13 giugno, giorno di sant'Antonio, si iniziava a raccogliere la preziosa bacca rossa. 
Oltre al consumo fresco questo tipo di pomodoro si presta molto bene per la produzione di concentrato (salsa).
Intorno alla coltivazione di questo pomodoro era importante l'aspetto sociale non solo durante il trapianto ma anche nella trasformazione del Fiaschetto quando ogni componente della famiglia, in una sorta di catena di montaggio, aveva un ruolo preciso nella produzione della passata di pomodoro. 
Il progetto di recupero di questa coltivazione all'interno della Riserva di Torre Guaceto è il risultato di anni del lavoro di tecnici della Riserva, degli amici di Slow Food e degli agricoltori dell'area protetta. 
Un progetto che intende premiare il lavoro pluridecennale delle comunità agricole locali che hanno selezionato sul campo un patrimonio genetico adatto al suolo e al clima della zona. Un patrimonio genetico che è anche un patrimonio culturale locale a cui si è voluto dare piena dignità. Un gruppo di contadini che fanno parte di unaComunità del cibo biologico di Torre Guaceto ha voluto sperimentare sulla propria terra come si possa ottenere un prodotto di qualità senza utilizzare prodotti chimici di sintesi che inquinano il suolo, i frutti e la salute dell'uomo. La scelta del metodo biologico per la produzione del fiaschetto (con bassi input di acqua e assenza di sostanze chimiche di sintesi) è stata dettata anche dal fatto di essere all'interno di un'area naturale protetta e quindi di un laboratorio di sviluppo sostenibile dove l'agricoltura può essere condotta in maniera biologica ed essere occasione per favorire la cooperazione tra contadini nella conservazione del germoplasma locale e nel produrre cibi sani oltre che dimostrare che lavorare e produrre all'interno di un Parco può essere conveniente per l'ambiente e per la tasca dell'agricoltore. 


FONTE: http://www.riservaditorreguaceto.it/page.aspx?LVL_II=92&view=top&no=1&ID=3146755

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